Uno dei più grandi malintesi in merito alla disciplina dolce è che ciò significhi essere passivi nei riguardi dei propri bambini, lasciandoli liberi di fare ciò che vogliono.

Certo è che il lassismo è pericoloso quanto l’autoritarismo, lo spiega bene Maria Montessori scrivendo: “Lasciar fare quello che vuole al bambino che non ha ancora sviluppato la volontà è tradire il senso di libertà. “

Quella da lei indicata è infatti una guida calma ma ferma e sicura.
Essere accoglienti ed empatici non esclude, infatti, che a volte i nostri figli abbiano bisogno di fermezza, soprattutto in situazioni in cui rischiano di fare del male a sé stessi o ad altri.
Queste sono molte delle situazioni in cui noi adulti facciamo generalmente più fatica a contenere noi stessi: la preoccupazione, lo spavento e l’opinione degli altri che ci osservano ci rendono il compito difficile. Magari cominciamo con qualche richiamo allarmato con un tono di voce titubante o arrabbiato. Auto-regolarci diventa sempre più complicato soprattutto se questi richiami non sortiscono effetto ed ecco che partono le urla!

Il problema è che quando Reagiamo ad un comportamento  invece di Rispondere ad esso, scateniamo una vera e propria reazione a catena discussionismo, risposte verbali a “tono” e comportamenti istintivi, che raramente terminano in maniera produttiva o sana per qualcuno.

Come fare, allora, per iniziare a modificare queste abitudini comunicative disfunzionali?

‘La pratica rende perfetti’ si dice. Allora perché non cominciare a praticare la propria ‘voce ferma’, magari nei momenti di calma, da soli davanti allo specchio?

Osservati ed ascoltati:
La tua ‘voce ferma’ è controllata? È sicura di sé? Quali parole scegliamo per accogliere, contenere o rilanciare? Sono semplici e dirette? 

Nella comunicazione con i bambini è importante evitare le domande retoriche e compiere affermazioni invece che richieste.

L’adulto ha il compito di contenere ma anche supportare la personale risoluzione dei problemi, aiutarli a fare da soli ma offrire supporti al bisogno, supportarli nella riflessione ma anche lasciare la libertà di esprimere un punto di vista diverso.

E’ importante quindi che le parole che usiamo e il tono con il quale lo diciamo sia ben chiaro in primis a noi stessi. Evitiamo toni colpevolizzanti, domande retoriche, leve su sensi di colpa  o manipolazioni varie.  

Utilizzare un tono fermo significa prima di tutto evitare frasi del tipo:

  • Te lo avevo detto!
  • Stasera lo dico a tuo padre 
  • Se non te la smetti andiamo via
  • Non gioca più con te!

Infine sii indulgente con te stesso. L’educazione è un processo, un esercizio costante. In particolare è prima di tutto un’autoeducazione. Ecco perché è importante lavorare prima su di sé e poi eventualmente sul bambino. Nessuno educa nessuno ma ci si educa reciprocamente! 

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