Attraverso il colloquio di consulenza si agisce in funzione del miglioramento del benessere della persona e della sua qualità di vita con l’obiettivo di: aumentare il livello di adattamento della persona, “tirare fuori” le sue potenzialità, realizzare un processo di empowerment, aumentare l’autostima, il senso di autoefficacia, l’autodeterminazione, far emergere risorse individuali e accompagnare la persona verso un’appropriazione consapevole del potenziale individuale.

La consulenza pedagogica è una tipologia di relazione d’aiuto che ha la caratteristica di essere di natura educativa: un’alternativa esclusiva alla relazione terapeutica. Il pedagogista lavora attraverso la relazione ed il dialogo di matrice socratica, con applicazione dei momenti della confutazione e della maieutica. La relazione d’aiuto del pedagogista è una forma di intervento dialogico da non scambiare con l’intervento psicologico e/o psicoterapeutico, in quanto si svolge sempre e comunque sul piano esplicito socio-relazionale in ordine a dimensioni essenziali quali: il progetto di vita, la relazionalità intersoggettiva, l’educare all’attività.

La relazione d’aiuto di natura educativa è infatti totalmente esplicita: basata sul dialogo critico, sulla condivisione di riflessioni e comunicazioni. Stimola il confronto, contribuisce a non perdere di vista la realtà concreta, guida ad affrontare in modo costruttivo le situazioni difficoltose favorendo l’ascolto attivo, la relazionalità e la comunicazione. L’intervento verte esclusivamente sugli aspetti di vita educativa come problematiche familiari, relazionali ecc. che non diventano oggetto di analisi critica. Il Pedagogista distingue ciò che è conscio ma sottinteso e sottaciuto, da ciò che è inconscio e che è competenza di altre professionalità.

Il colloquio di consulenza pedagogico si situa nell’arco temporale del presente e punta a un cambiamento nel comportamento, nel modo di porsi rispetto a se stessi. Il pedagogista non cerca elementi profondi o inconsci, non elabora un’analisi diagnostica di motivazioni recondite, bensì lavora e si rapporta ai dati emergenti durante il colloquio. Il colloquio pedagogico dunque non si configura come cura terapeutica, coerentemente con il mandato epistemologico della pedagogia. La natura consulenziale del colloquio pedagogico è data dal fatto che il pedagogista aggiunge, agli elementi forniti dall’utente la propria preparazione teorico-pratica, le proprie metodologie pedagogiche per accompagnarlo verso un nuovo livello di sviluppo individuale.

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